Quaresima 2011, ricca di spunti e di fede.
RISVEGLIAMO LE ENERGIE SPIRITUALI E MORALI
* *
*La Quaresima come palestra dello spirito*
Il tempo della Quaresima ci sollecita a ravvivare il dono del Battesimo, che
è la fonte della nostra stupenda dignità cristiana. Un buon numero di
catecumeni sta preparandosi a ricevere questo sacramento insieme con la
Cresima e l'Eucaristia, entrando quindi a far parte della Chiesa.
Rappresentano, in un tempo di torpore spirituale e di disaffezione dalla
Chiesa, un segno vivo della potenza dello Spirito. Costituiscono per noi un
esempio e uno stimolo a impegnarci con maggiore convinzione e vigore nella
vita cristiana.
Il tempo di Quaresima ci sollecita a rafforzarci nella fede e nel
combattimento spirituale per vincere le seduzioni del Maligno e vivere nella
libertà dei figli di Dio. La Quaresima è come una palestra dello spirito per
allenarlo e rafforzarlo. Siamo infatti deboli e vulnerabili, soggetti a
tentazioni, immersi in un'atmosfera di permissivismo. In un tempo in cui si
reclama tanto la libertà, sono aumentate le dipendenze, alle antiche
(alcool, giochi di azzardo...) se ne sono aggiunte di nuove: droga, Tv,
Internet. Sono aumentati anche i "disagi dell'anima". Nella storia e dentro
di noi si svolge la lotta più drammatica: quella tra il bene ed il male.
«Inserito in questa battaglia, l'uomo deve combattere senza soste per
restare unito al bene, né può conseguire la sua interiore unità se non a
prezzo di grandi fatiche, con l'aiuto della grazia di Dio» (Concilio
Vaticano II; *GS*, 37). Le proposte della Quaresima ci aiutano a recuperare
la nostra identità più bella, a rinvigorirci interiormente, a ridare slancio
al nostro spirito, a ravvivare la speranza.
La spiritualità della Quaresima ci propone la pratica del digiuno e
dell'astinenza.
Pare di costatare la eliminazione *de facto* del digiuno dalla spiritualità
e dalla prassi della vita cristiana, salvo a vederlo praticare per ragioni
dietetiche o estetiche. Come causa ci può essere l'idea di sostituirlo con
altri "valori", in una visione spiritualistica disincarnata; ma questo non
sarebbe per nulla da approvare, perché ignorerebbe che la persona è unità di
spirito e corpo ed il corpo è la manifestazione necessaria e vitale dell'Io
della persona nel tempo-spazio. Non possiamo dimenticare, poi, che Gesù
stesso ha digiunato e all'inizio della Quaresima ci viene proposto
precisamente l'esempio di Gesù che digiuna nel deserto.
Il digiuno è relativo alla fame, al bisogno di cibo, che rappresenta un
appetito vitale. Nel bisogno di cibo proiettiamo la tendenze profonde del
nostro Io. Ne è prova che vi sono patologie attinenti al cibo che non sono,
tuttavia, patologie del corpo, ma dello spirito: anoressia, bulimia.
Il digiuno quindi ha un significato-valore antropologico e spirituale. Sul
piano della nostra costituzione umana spirituale-psichica-corporea è ascesi
del bisogno ed insieme educazione del desiderio. Bisogno e desiderio non
coincidono.
Il digiuno, nel suo significato più profondo, è risposta alla domanda
fondamentale per un essere corporeo-spirituale limitato e mai
autosufficiente, ma aperto sull'Infinito come siamo noi: "Di che cosa
vivo?", "Di che cosa mi nutro?". Ed ecco l'affermazione biblica, che Gesù ha
ribattuto a Satana: *«Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che
esce dalla bocca di Dio»* (*Mt, *4,4; cfr. *Dt *8,3).
Il digiuno è adorazione di Dio, il Bene Assoluto, Bene di ogni bene. È
orientare il desiderio più profondo verso la comunione con Dio, l'Unico
capace di saziare pienamente il desiderio che nessuna creatura, nessun
possesso di questo mondo può appagare. L'adorazione di Dio mi libera
dall'asservimento agli idoli di questo mondo che promettono vita e felicità,
ma non le danno e rendono schiavi. L'adorazione e il senso profondo di Dio
mi libera da tanti bisogni artificiali indotti dalla propaganda.
L'adorazione e la comunione con Dio mi rende sensibile ai valori dell'amore,
della giustizia, della fraternità, superando la chiusura egoistica.
Comprendiamo allora perché il digiuno è proposto in modo particolare in
questo tempo di Quaresima: è dare tempo a nutrirci della parola di Dio in
una relazione intima e filiale con il nostro Creatore e Padre. Il digiuno
prima di partecipare all'Eucaristia ci educa al valore straordinario del
nutrimento con il Pane vivo disceso dal cielo, il Pane della vita eterna
(cf. *Gv* 6,51).
Vi sono, inoltre, altri valori, inclusi nella prassi del digiuno. Il
prefazio di Quaresima così li presenta: «Con il digiuno quaresimale tu vinci
le nostre passioni, elevi lo spirito, infondi la forza e doni il premio».
Vorrei sottolineare un altro importate aspetto: in un tempo di consumismo,
di spese per soddisfare il lusso e il "look", di sprechi insensati e
scandalosi, mentre nel mondo vi sono milioni di persone denutrite e
malnutrite perché mancano del cibo necessario, possiamo sentirci con la
coscienza a posto se non rinunciamo a qualcosa di superfluo ed anche di
necessario per donarlo gratuitamente a chi è nel bisogno?
Esorto vivamente a riscoprire il grande valore del digiuno e praticarlo con
coraggio. Ci farà solo del bene.
Insieme col digiuno ci viene proposta anche l'astinenza dalle carni, il che
non significa che dobbiamo convertirci ad una regime vegetariano che, del
resto, hanno praticato e praticano anche Comunità monastiche. Vorrei mettere
in luce un particolare aspetto di ordine spirituale di questa pratica.
L'astenersi dal mangiar carne di animali a sangue caldo ha, in questa ottica
spirituale, il significato di interrompere il rapporto di violenza e di
morte tra l'uomo e il mondo, il ritrovare la simpatia gratuita – San
Francesco direbbe la fraternità con tutte le creature – realizzare la
vocazione a vivificare la terra.
Il digiuno e l'astinenza dovrebbero esprimersi non solo sul piano personale,
ma anche su quello comunitario. Nella tradizione della Chiesa, il digiuno è
collegato alla carità, alla giustizia, alla solidarietà, al sostegno dei
poveri, di famiglie e di comunità sorelle. In questa ottica, vi invito a
programmare il digiuno anche come comunità. Per questo sono da valorizzare
le indicazioni proposte alle parrocchie nel fascicolo "Cristiani si diventa"
per la colletta domenicale e l'offertorio nella celebrazione eucaristica
domenicale, che fanno riscoprire il senso ed il valore di questo gesto
liturgico.
Trovate la versione integrale
su <http://letteradiocesana.diocesipadova.it/lettera/2011/05/risvegliamo-le-energie-spirituali-e-morali>
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